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Toh, chi si rivede, il vuoto a rendere. Quelli di noi un po’ più grandicelli si ricordano di quando la mamma li mandava a riportare le bottiglie di vetro al negoziante. Era il cosiddetto “vuoto a rendere”.
Una volta finita l’aranciata, il chinotto, la birra o quello che era, si prendevano le bottiglie e si riportavano dal commerciante che ci aveva venduto le bibite. Lui avrebbe provveduto a restituire i vuoti alle ditte produttrici, che li avrebbero riusati come se fossero nuovi.
A volte c’era anche un modesto compenso monetario in cambio dei vuoti, giusto per invogliare le famiglie ad aderire con più entusiasmo all’iniziativa.
La causa di questo ritorno può forse rintracciarsi nello scarso entusiasmo col quale gli italiani provvedono (forse sarebbe meglio dire non provvedono) alla raccolta differenziata.
La quale raccolta differenziata – quella della plastica, ma anche l’altra – come ben sappiamo può rivelarsi una enorme scocciatura, soprattutto perché a volte, pur con tutta la buona volontà, intanto è difficile sapere di che cosa sono fatti esattamente gli imballaggi e poi certe volte è proprio difficile separare le materie prime.
Il che fa sorgere il dubbio se non sia il caso, prima di obbligare i cittadini alla raccolta, di obbligare i produttori a mettere in commercio confezioni più semplici da riciclare…
Ad ogni modo, il ritorno del vuoto a rendere potrebbe risolvere due problemi in un colpo solo: da un lato liberarci dalle onnipresenti e maledette bottiglie di plastica, che ormai appestano perfino il nostro mare, e dall’altro consentire alle ditte produttrici di riutilizzare i vuoti con un costo minimo: praticamente solo il lavaggio e la sterilizzazione delle bottiglie e l’applicazione di una nuova chiusura.
Senza contare poi che mentre il vetro e completamente riciclabile, la plastica lo è solo fino a un certo punto.
E c’è anche il fatto non secondario che le bottiglie di vetro sono molto più igieniche di quelle di plastica.
Nel settore della ristorazione questa pratica sta tornando abbastanza decisamente, resta da vedere se avrà uguale successo anche nella grande distribuzione.
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