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Da alcuni anni il ruolo del padre è messo al centro di una interessante discussione, talvolta presa perfino di mira dai sostenitori della “famiglia tradizionale”. Il dibattito riguarda infatti la figura del maschio in quanto genitore: alcuni sostengono che il suo ruolo debba limitarsi al semplice sostentamento della famiglia, altri che – al contrario – anche l’uomo, come la donna, deve entrare a pieno titolo nel ruolo di genitore.

 

La prima posizione è conservatrice, l’altra è progressista; un’insidia sembra però nascondersi proprio in quest’ultima. Mentre i conservatori espongono il loro pensiero in modo esplicito, i sostenitori della parità dei sessi cadono quasi sempre in considerazioni solo in apparenza emancipate.

Prendiamo come esempio tutte quelle donne che, orgogliose, dichiarano “mio marito mi aiuta in casa”, “mio marito mi aiuta con il bambino”. Frasi oggi piuttosto comuni che, leggendo tra le righe, mettono in rilievo il cambiamento della sola forma, non della sostanza.

La donna che le pronuncia sottolinea infatti di essere “aiutata” dal compagno di vita, come se il ruolo di genitore spettasse specificamente a lei ma che, nonostante ciò, può godere del generoso appoggio del proprio partner.

Siamo sicuri che si tratti di generosità da parte dell’uomo? Perché, se così fosse, ciò vorrebbe significare che il ruolo del padre non è poi così rilevante nella vita di un bambino e che, in presenza di un sostegno economico non derivante dall’attività dell’uomo, in fondo si potrebbe fare anche a meno della sua presenza.

Ma ciò che emerge da tali frasi apparentemente innocue è che ad avere una certa linea di pensiero siano proprio le donne, che in tal modo esprimono – smussandolo un poco – una cultura sessista interiorizzata.

Dietro la riconoscenza della donna nei confronti di un papà che… fa il papà, vi è dunque quello stesso pensiero per cui spesso sono gli stessi uomini ad essere accusati. Questo vuole essere uno spunto di riflessione su quando, ancora oggi, la società sia afflitta da quella “tradizione” maschilista che oggi si nasconde dietro un “aiuto”, dietro il “dare una mano” e così via.