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Riciclo Creativo e Lavoretti Creativi

Riciclo tubetto dentifricio: Ecco come nel microonde si recupera l’alluminio contenuto nel tubetto.

 

Pare che sia cominciato tutto con un panino al bacon e un forno a microonde.

Il panino, così narra la storia, rimase nel forno così a lungo da trasformarsi in un ammasso informe di materiale carbonizzato che aveva cominciato a brillare di un rosso incandescente.

Quel che era successo in quel forno elettrico è un fenomeno che gli scienziati chiamano pirolisi indotta da microonde.

Quando l’aneddoto arrivò alle orecchie del professor Howard Chase e dell’allora studente Carlos Ludlow-Palafox, Università di Cambridge, i due si chiesero se il processo non potesse essere sfruttato per recuperare del materiale prezioso dalle confezioni buttate nei cassonetti dell’immondizia.

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Il particolato di carbonio assorbe le microonde con molta efficienza ed è capace di trasmettere la sua energia termica ai materiali circostanti.

Se questi sono organici, come plastica o carta, si decompongono in pezzi più piccoli (è questa la pirolisi); se poi sono metalli accoppiati alla plastica o alla carta, questi possono essere recuperati per intero, una volta che il supporto organico si è pirolizzato.

Quindici anni più tardi l’Università di Cambridge ha lanciato una vera e propria startup proprio per industrializzare il processo e applicarlo al recupero dei metalli presenti nel packaging dei prodotti di massa, come per esempio i tubetti per la pasta dentifricia.

La ditta si chiama Enval ed è stata fondata da Ludlow-Palafox, mentre Chase ne è responsabile per il settore Ricerca e Sviluppo.

La Enval usa il suo impianto di riciclo per dimostrare agli eventuali investitori e ai tecnici del ramo le capacità del processo di pirolisi e le sue potenzialità economiche.

La Enval si è concentrata in particolare sul packaging in laminato di alluminio. Si tratta di un materiale molto apprezzato dal mercato per la sua capacità di proteggere il contenuto dalla luce e dall’aria. Si usa correntemente per cibi, bevande, pasta dentifricia e prodotti cosmetici.

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Il processo perfezionato dal duo Chase-Palafox sembra aver finalmente risolto il problema che stava di fronte ai ricercatori finora: separare la plastica dall’alluminio per recuperare interamente quest’ultimo.

Tra l’altro, c’è da dire che se la pirolisi viene effettuata grazie a energia rinnovabile (per esempio solare o eolico), il processo ha un impatto ambientale nullo (la pirolisi di per sé non determina una combustione, quindi non ci sono emissioni nocive).

In tutto questo, una buona notizia per noi italiani: l’alluminio che troviamo nei prodotti in vendita da noi è tutto riciclato.

 

Maria

Classe 1966, vanta una storica esperienza nella realizzazione di video tutorial e guide legate al mondo del fai da te e del riciclo creativo. Nel 2018 ha deciso di fondare il proprio portale di informazione relativo ai temi a lei tanto cari, col fine nobile di limitare gli sprechi e foraggiare il riuso creativo.

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Maria

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