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La curcuma è una radice utilizzata da oltre cinquemila anni nella tradizione della medicina naturale di origine orientale. In effetti presenta molti benefici, di cui del resto abbiamo spesso parlato. Ci sono tuttavia alcune persone più sensibili, alle quali è sconsigliato l’uso di questa spezia dal colore vivo.
Tra i soggetti che non dovrebbero consumare curcuma vi sono le donne in gravidanza e coloro che già soffrono di disturbi gastrointestinali.
Di seguito una lista delle controindicazioni della curcuma. Si ricorda che solo nei seguenti casi se ne sconsiglia l’uso, mentre tutti gli altri possono integrarla alla dieta e godere dei suoi tanti benefici.
Cistifellea
Solitamente la dose giornaliera consigliata è di 1,5 grammi di curcuma in polvere. Chi ha problemi alla cistifellea deve fare molta attenzione a non superare la suddetta dose. Ciò è dovuto al fatto che questa spezie stimola la produzione di bile: in casi normali, ciò aiuta a digerire in modo più efficace e rapido; chi soffre però di disturbi a questo organo, potrebbe subire irritazioni molto fastidiose.
Allergia
Alcuni soggetti soffrono di allergia alla curcuma. In tal caso si manifesta con rush della cute e problemi gastrointestinali, tra cui vomito e diarrea. Sebbene raro, bisogna fare molta attenzione al rischio di shock anafilattico.
Disturbi gastrointestinali
Abbiamo già visto quanto questa spezie, che ha un effetto eccitante e stimolante, possa influire sull’intero sistema gastrointestinale. Se siamo in piena salute, la curcuma aiuta il processo digestivo, se invece soffriamo di disturbi gastrointestinali, questi ultimi non farebbero che peggiorare.
Coagulazione del sangue
Mentre si rivela un ottimo alleato delle persone con problemi di trombosi, tale beneficio si trasforma in un danno per chi soffre del disturbo opposto. Se il nostro sangue fatica a coagularsi, eliminiamo totalmente l’assunzione di cucurma, dato che – come abbiamo detto – si tratta di un antitrombotico naturale.
Calcoli renali
Anche i reni possono essere danneggiati dall’uso della curcuma, ma sempre e solo se già sono presenti patologie renali. Parliamo dello specifico di calcoli renali: il contenuto della curcuma va a formare dei cristalli che vanno ad aggravare il problema già presente.
Gravidanza
Il consumo eccessivo di questa spezie ha conseguenze sui muscoli dell’utero, i quali saranno stimolati ad una maggiore attività. In gravidanza ciò può causare forti contrazioni, fino a provocare il ritorno del flusso mestruale. Si consiglia in questo caso di non superare mai la dose giornaliera consigliata, ma ancor meglio ridurre al minimo o eliminare la curcuma dalla dieta.
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