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La tecnologia elettronica ormai occupa buona parte della nostra vita quotidiana, sia a casa che al lavoro. In certi casi per il meglio, in certi altri forse no, si pensi alla marea di telecamere di sorveglianza disseminate in ogni dove e agli smartphone, che a nostra insaputa possono trasformarsi in efficientissimi strumenti di spionaggio.
Dell’utilità di alcune tecnologie, però, non è lecito dubitare. Per esempio tutte le app di recente invenzione che aiutano i famigliari di persone affette da demenza.
Può trattarsi di sensori che monitorano chi entra e chi esce da casa, gps che ci danno l’esatta posizione di chi si è perso e non riesce a tornare a casa, orologi che in caso di bisogno chiamano vicini e parenti, apparecchi indossabili capaci di riconoscere i primi segni di qualche problema motorio.
Ne sono testimonianza due articoli pubblicati in questi ultimi giorni su BBC News e sul sito del Wall Street Journal. Vi si racconta degli sviluppi ultimi nel settore dei dispositivi indossabili e degli assistenti digitali.
Sono sviluppi che da un lato puntano a permettere alle persone colpite da demenza di continuare a vivere in casa loro il più a lungo possibile e dall’altro a controllare passo passo le loro condizioni di salute e sapere immediatamente se ci sono cambiamenti.
Quello delle demenze non è un problema da poco. Negli Stati Uniti si calcola ne siano affette quasi sei milioni di persone, mentre in Italia i malati sono 600mila, e aumentano.
Il 40 per cento delle persone che prestano loro assistenza non lavora e quasi la metà soffre di depressione, mentre due terzi non dormono abbastanza. Sei volte su dieci prestare assistenza a un malato di demenza provoca cambiamenti importanti nel lavoro.
In questa ottica le app che permettono di controllare da remoto quel che fa la persona malata, e anche di poterle parlare al bisogno, sono senz’altro benvenute, perché consentono ai cosiddetti caregiver di dare aiuto ai loro cari senza essere costretti a lasciare il lavoro.
Quando tutto funziona senza intoppi, la qualità di vita sia delle persone malate che dei loro famigliari migliora nettamente.
I malati si sentono più sicuri e possono conservare più a lungo la loro residua autonomia. I famigliari dal canto loro possono fare affidamento sulle app per ritagliarsi piccoli spazi di pace e tranquillità e così alleggerire una pressione psicologica a volte davvero pesante da sopportare.
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