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Storia della mia depressione

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Aprire gli occhi al mattino e sentirsi tristi, piangere, chiedersi perché mai doversi alzare da quel letto e vivere un’altra insopportabile giornata. Una scena che potrebbe far pensare ad una persona il cui recente passato sia stato trafitto da un evento immobilizzante, e invece no. Né il giorno prima né la settimana precedente hanno riservato alla persona inghiottita dal letto alcun tragico evento. Perché alcune persone si svegliano tristi, senza motivo?

Lo stato d’animo qui descritto è condiviso da tante persone. Un giorno o l’altro, tutti noi ci sveglieremo provando una sensazione simile. Fa parte della vita.

Eppure ci sono alcuni “prescelti” per cui aprire gli occhi ogni giorno e contemporaneamente sentire un pugno allo stomaco non è una condizione scaturente da un episodio che ha appena avuto luogo, da un evento che ha colto impreparati, ma dal semplice fatto di dover esistere, tout court.

Raccontare la depressione, farla comprendere a chi non ne soffre, è una delle fatiche più impegnative nelle quali un depresso rischia di incorrere. Trovare le parole per dirlo, però, è necessario affinché un lieve peso possa essere fatto scivolare via.

La depressione viene egregiamente illustrata da Andrea Pomella, scrittore romano, che sul sito DoppioZero racconta in un coinvolgente articolo dal titolo “Storia della mia depressione” il rapporto esclusivo del depresso con il suo compagno di sempre: il mal di vivere.

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Una relazione intima, profonda quanto nessun altro legame. Un rapporto di tipo clandestino che raramente esce allo scoperto e, quando ciò accade, viene osservato dall’esterno come una storia destinata a finire.

Costretto ad andare da un medico specialista, il “malato” – che continua a porsi domande che il resto dell’umanità, quella “sana”, non ha ragione di formulare – scopre che la sua personalità, fatta di ombre e di apnee di fronte al fatto della vita, può essere facilmente alterata, “curata” con una pillola.

Spiegare la depressione non è facile, ma Andrea Pomella ci è andato alquanto vicino. O meglio, ci è riuscito. La lettura del suo articolo “Storia della mia depressione” è consigliata a chiunque si alzi al mattino provando la sensazione di vacuità, di alienazione, di cui si è parlato prima. E a chi vive al loro fianco.

DOPPIOZERO


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