Negli ultimi tempi ci stiamo rendendo conto sempre di più che la mente può esercitare un grande potere sul corpo, sia nel bene che nel male.
È convinzione comune a molte teorie e discipline filosofiche, e oggi è anche un dato scientifico in qualche misura, che i cattivi sentimenti, rabbia, invidia, frustrazione, senso di colpa, risentimento, tristezza, possano avere effetti anche sul nostro benessere fisico, nel senso che lo rendono piuttosto difficoltoso e a volte pressoché irraggiungibile.
Secondo queste concezioni filosofiche e/o scientifiche, il segreto per recuperare la salute e il benessere è nel “purgarsi”, se così si può dire, dei sentimenti negativi. Si tratta in qualche modo di fare “tabula rasa” del passato e di ricominciare daccapo.
Sì, certo, direte voi, ma come? Sembra più facile a dirsi che a realizzarsi. Il “segreto”, se così possiamo esprimerci, esiste e sta nel perdono.
Perché a un certo punto nel corso della nostra vita dobbiamo fare i conti col passato, nel senso che per andare avanti molto spesso è necessario “metterci una pietra sopra”, come usa dire. E per metterci una pietra sopra non si può fare altro che perdonare, è l’unico modo.
Perdonare noi stessi, innanzitutto. Per le mancanze, le insufficienze e gli errori del passato, per le ferite che abbiamo inflitto agli altri, e anche, e forse soprattutto, per quelle che ci siamo inflitti da soli.
E poi naturalmente occorre perdonare anche il prossimo, perché per poter vivere bene, o comunque meglio, è essenziale che nessuno abbia dei conti in sospeso con noi.
E dopo il perdono il passo successivo dovrebbe essere quello di abbandonarsi alla corrente. La vita ha i suoi ritmi e si suoi cicli: se ci si mette a nuotare controcorrente, è più facile finire sott’acqua. Se invece ci si dispone verso la foce, forse si arriva da qualche parte, magari soltanto nel luogo chiamato tranquillità.
Ma è già molto, non vi pare?