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Una casa di riposo apre le sue porte ai bambini di un orfanotrofio: la prova di convivenza è un grande successo

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Orfanotrofi e case di riposo sono strutture agli antipodi: da una parte bambini, dall’altra esseri umani alla fine della vita, pieni di acciacchi e rimpianti.

Insomma, a prima vista dovrebbe trattarsi di mondi che non si toccano, ma non è così alla Nightingale House, una casa di riposo del Galles, in Gran Bretagna, in cui a un certo punto si è deciso di tentare un esperimento già provato con successo nel lontano Canada.

Le attività che si svolgono in questa casa di riposo di Wrexam, nel nord del Galles, sono un mix davvero singolare di infanzia e tarda maturità. Per non poche ore tutti i giorni, infatti, bambini e anziani stanno insieme e si danno una mano a vicenda.

I bambini possono imparare dagli anziani, mentre gli anziani dal contatto coi più piccoli possono trarre quei sorrisi che sono purtroppo merce assai rara quando si arriva alla loro età.

 

È uno scambio equo: la vitalità infantile contro l’esperienza della vecchiaia. Tutti ne traggono un beneficio e soprattutto le giornate trascorrono con più leggerezza.

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Che l’arrivo dei bambini abbia fatto davvero bene agli ospiti della casa di riposo è stato subito piuttosto evidente. Prima che gli ospiti dell’orfanotrofio mettessero piede alla Nightingale House, infatti, molto spesso gli anziani apparivano spenti e tristi, spesso addormentati e disinteressati a quanto accadeva loro intorno.

Dopo, è cambiato tutto. Si può dire che nelle stanze della casa di riposo sia tornata a soffiare la vita.
Per gli anziani la presenza dei bambini è una sorta di “ricarica” naturale.

La Nightingale House non è la prima struttura per anziani in cui si è fatto questo ardito esperimento. Si diceva sopra che l’esperienza britannica è stata adottata sull’esempio del Canada, ma di analoghe ce ne sono anche negli Stati Uniti.

A Seattle, per esempio. In quella città della costa occidentale degli Stati Uniti già dal 1991, nella casa di riposo Providence Mount St. Vincent, agli anziani fanno compagnia gruppi di bambini che provengono dagli asili nido della zona. I risultati sono molto positivi.

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A quando un esperimento del genere anche da noi?


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