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Un sacerdote salva i cani randagi e promuove la loro adozione durante la messa

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Non c’è niente di meglio dell’esempio, quando si tratta di compiere delle opere buone. È quello che deve aver pensato un sacerdote che risiede nella città di Gravatà, un centro di 75mila abitanti nello Stato brasiliano di Pernambuco, non troppo lontano da Recife.

Lui si chiama Juan Pablo e lavora nella parrocchia della chiesa cattolica di Santana. Ma la sua attività non si esaurisce con il suo pur impegnativo ministero di parroco, perché nel corso degli anni questo prete molto speciale ha salvato decine di cani randagi dai mille pericoli della strada, non ultima la cattiveria della gente.

Di solito don Juan questi sfortunati animali li recupera dalla strada, li porta a casa sua, li sfama e li cura in tutti i modi possibili. Ma non basta, perché una volta rimesso in sesto il cane viene portato in chiesa e presentato alla comunità.

Durante la messa l’animale affianca i chierichetti, dopodiché, quando la funzione è finita, il buon parroco presenta il cane a tutti i fedeli e li invita a spargere la notizia che c’è un nuovo amico in parrocchia, questo affinché qualche anima di buon cuore possa adottare il nuovo ospite a quattro zampe.

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Naturalmente in questa epoca di connessione perpetua sui social il gesto non poteva rimanere sconosciuto e l’attività benefica di questo ottimo parroco è stata ampiamente pubblicizzata in tutto il Brasile e anche nel resto del mondo.

La speranza è che l’esempio offerto da questo sacerdote serva di sprone ad altri per schiodarsi finalmente dal divano e fare qualcosa di concreto per aiutare i nostri amici a quattro zampe.

Perché i buoni sentimenti fanno stare bene, certo, ma se non si traducono in azioni non servono a nulla.

Il comandamento nuovo che Gesù ci ha dato è “ama il prossimo tuo come te stesso”: perché non estenderlo anche agli animali?


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