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Scuola, nuove regole in arrivo: «Dare del “lei” ai prof e alzarsi quando entra». Giro di vite sui genitori aggressivi

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Gli alunni a scuola devono tornare a dare del “lei” agli insegnanti, ad alzarsi quando entra in classe e a vestirsi in modo adeguato, magari ripristinando il grembiule. Questi sono i passaggi dettati da Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione del Veneto, per cercare di ricostruire i fondamentali di riferimento e la buona educazione nel mondo della scuola. Bisogna cercare di ridimensionare i genitori più irruenti e aggressivi: d’ora in poi chi si presenterà negli istituti prendendosela con gli insegnanti e interferendo con la loro attività didattica, sia a livello verbale se non addirittura alzando le mani, verrà denunciato.

Per Elena Donazzan si tratta di un imperativo categorico e anche l’ufficio scolastico di Treviso è d’accordo. Tutto questo si è scatenato quando poco prima di Natale nella scuola media di Badoere, un papà di un alunno che aveva preso un brutto voto è entrato nell’istituto, ha spalancato le porte della classe del figlio, interrompendo l’insegnante durante la lezione, e ha domandato ai compagni di classe del figlio se la sua interrogazione fosse realmente andata così male.

«Trovo corretto denunciare questi episodi all’autorità giudiziaria, come appunto ha fatto Daniela Bettini, preside dell’Istituto comprensivo di Quinto e Morgano, e come giustamente chiesto da Barbara Sardella, dirigente dell’ufficio scolastico di Treviso mette in chiaro l’assessore regionale .

Le istituzioni scolastiche devono tutelare il loro personale, evitando intromissioni e ingerenze da parte di genitori violenti che, con la loro condotta, di certo non rappresentano un esempio da seguire per i propri figli. Violenze verbali e fisiche nonché ingerenze inaccettabili come quella accaduta nel comune trevigiano, minano il rapporto pedagogico alunno-insegnante, mettendo in dubbio l’autorevolezza di chi è chiamato al ruolo di educatore delle future generazioni».

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L’assessore Donazzan detta una linea precisa: «Tutto questo è inaccettabile – conclude -. E purtroppo non è un fatto isolato, né l’unico problema in merito all’autorevolezza delle istituzioni educative. Avevo già denunciato questa degenerazione.

Non serve una legge, servirebbe piuttosto ricostruire i fondamentali di riferimento: dal rivolgersi con il Lei ai docenti, all’alzarsi in piedi alla sua entrata, al corretto abbigliamento, magari con il ripristino del grembiule o di una divisa scolastica segno di decoro e di appartenenza, fino ad arrivare ad una lotta unanime contro l’uso di ogni droga tra i più giovani».


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