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Riciclo bottiglie di plastica: inventato l’asfalto riciclato 3 volte più resistente del normale

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In Scozia una società che realizza asfalti ha trovato un modo nuovo per produrre la sua materia prima: d’ora in poi lo farà attraverso il riciclo della plastica usata.

Si tratta della MacRebur, che ha sede a Lockerbie. L’azienda raccoglie la plastica che altrimenti sarebbe andata a finire in discarica e la riutilizza per produrre asfalto.

Un chilometro di strada pavimentata con questo nuovo composto impiega l’equivalente di 684mila bottiglie di plastica.

Riciclo bottiglie di plastica: inventato l’asfalto riciclato 3 volte più resistente del normale

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A proposito di questo nuovo procedimento produttivo, Toby McCartney, un dirigente della Mac Rebur, parla di “pietra miliare” e dice che esso aiuterà a porre rimedio sia al problema della plastica che a quello delle buche sulle strade.

Il procedimento vede la plastica ridotta a granuli e poi questi granuli sono mischiati con un additivo che ne permette la malleabilità, dopodiché il granulato viene venduto in sacchi destinati ai produttori di asfalto.

La compagnia scozzese sostiene che questo nuovo mix permette un miglioramento del bitume che si impiega per produrre l’asfalto e anche una riduzione nel consumo di carburanti fossili.

Se ciò che afferma la MacRebur circa la robustezza di questo nuovo materiale è vero, questo nuovo procedimento produttivo potrebbe cambiare radicalmente l’industria degli asfalti.

Sulle strade “normali” si usa bitume che contiene petrolio greggio come legante per la ghiaia, il calcare e la sabbia. Il nuovo processo rimpiazza il petrolio con la plastica (che peraltro essa stessa deriva dal petrolio).

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La MacRebur ha già ottenuto degli appalti per testare la nuova tecnologia: lo farà coi parcheggi della Tesco (grandi magazzini) e con le strade della Cumbria, per la cui asfaltatura ha preso dal Ministero dei Trasporti un lavoro per un valore di un milione e 600mila sterline.

Resta da vedere come se la caveranno le nuove strade e i nuovi asfalti dopo aver ricevuto il brusco “battesimo” degli inverni scozzesi.

 


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