La NASA, agenzia spaziale, ha di recente pubblicato delle immagini che mostrano il lento svanire delle macchie solari. Sebbene ciò non abbia un particolare significato tra le persone “comuni”, la comunità scientifica – al contrario – è rimasta scossa di fronte a tali scatti del Sole.

Bendable prominence observed on the edge of the sun rose up and then most of it bent back down to the surface (Oct. 4, 2016). Prominences are clouds of plasma, usually elongated, that are suspended above the sun by magnetic forces. They are notably unstable. Credit: Solar Dynamics Observatory, NASA #nasa #space #sun #solar #arches #earth #observatory

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Per la quarta volta durante un anno solare, infatti, la superficie di questa stella è apparsa liscia: una condizione che fa prevedere l’entrata del nostro pianeta in una nuova fase fredda, ossia in una nuova era glaciale.

L’attività delle macchie solari può essere paragonata a quella di un pendolo, che si bilancia prima a destra, poi a sinistra durante intervalli di tempo precisi. Tali intervalli di tempo, oggi non appaiono così puntuali, ripetendosi con maggiore frequenza. Le attuali condizioni mostrate dalle macchie solari si presentano in maniera molto simile a quelle verificatesi diecimila anni fa, proprio durante l’ultima glaciazione.

Se dovesse verificarsi realmente tale evento, le conseguenze sarebbero disastrose per tutto il pianeta, a partire da un aspetto fondamentale della vita: la reperibilità del cibo.

Un evento simile, ma non della stessa portata della glaciazione, risale al XV secolo, noto anche come Minimo di Maunder e caratterizzato per una scarsa attività solare. In questo periodo, le rigide condizioni climatiche influirono pesantemente sulla produzione di cibo dal 1645 al 1715.

Secondo le previsioni, nel 2019 si avrà una replica delle medesime condizioni climatiche e dunque il nostro pianeta sarà destinato ad un altro minimo.

Il meteorologo Paul Dorian spiega che l’evento della scomparsa delle macchie solari, ripetuto per ben quattro volte nel periodo di un anno, dovrebbe destare molta preoccupazione, non solo nella comunità scientifica ma, più in generale, in tutta la popolazione, che si dovrebbe preparare materialmente ad un simile evento.

Ad esprimere il suo interesse circa l’argomento è anche la Prof. Valentina Zharkov dell’Università di Northumbria (Regno Unito) che, pur confermando l’imminente arrivo di una nuova era glaciale, la “posticipa” tra il 2020 e il 2050.