Rifiuti gettati in mare, reti da pesca usate in maniera incontrollata sono le cause principali delle morti di quasi 60 delfini nelle Filippine, solo negli ultimi 10 anni. Questo è il tragico bollettino del biologo Darrell Blatchley che, circa un mese fa, ha esaminato l’ennesima carcassa, di una balena stavolta, sulle rive della Compostela Valley.

Il povero cetaceo aveva nello stomaco ben 40 chili di plastica, fra sacchetti della spesa, sacchi di riso e sacchetti per la raccolta di banane: una quantità impressionante che fa svettare questo triste caso in cima alla cronaca nera dei mari inquinati. Il biologo e fondatore del D’ Bone Collector Museum, si è detto impressionato e disgustato da questo tragico record e avvisa che, di questo passo, in tutte le Filippine si rischia l’estinzione di questi animali marini.

La balena morta con 40 chili di plastica nello stomaco

Ingerendo tutta quella plastica, la balena presentava anche segni di disidratazione e fame, perché non stava traendo alcun nutrimento, né liquido né solido da quella che era a tutti gli effetti immondizia gettata senza ritegno. Probabilmente ha anche sofferto molto prima di spiaggiarsi definitivamente e questo è inaccettabile sotto tutti i punti di vista. Il problema, comunque, è mondiale e questa è solo la goccia che fa traboccare il vaso.

Blatchley ha fatto di tutto per dare risonanza a questa notizia, così simbolica e importante, non mancando di condividerne i particolari più cruenti al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica. Il 60% dell’inquinamento oceanico proverrebbe proprio dal sud-est asiatico, secondo uno studio dell’Ocean Conservancy e del McKinsey Center for Business and Environment. Ad alzare la voce, in tal senso, è anche un navigatore nostrano, Alex Bellini, denunciando che sono almeno 8 milioni le tonnellate di plastica che, attraverso i fiumi, entrano negli oceani ogni singolo giorno.

Si tratta di dati inquietanti, che dovrebbero far riflettere tutti coloro che usano il mare come discarica e non si rendono conto di uccidere inesorabilmente il pianeta.