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Ecco l’associazione che raccoglie tappi di plastica per finanziare parrucche per tutte le pazienti oncologiche

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Il cancro è una gran brutta esperienza per chiunque, ma per una donna può essere anche peggio, se possibile, perché molto spesso la chemioterapia la priva di uno dei segni distintivi della sua femminilità, i capelli.

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Un’associazione di Padova – Avo, Associazione volontari oncologici – ha pensato adesso di affrontare il problema tenendo presente nel contempo anche la questione ambientale.

Il progetto che ha sviluppato prevede infatti il recupero e il riciclo dei tappi di plastica delle bottiglie e di altri contenitori. Con il ricavato si finanzia l’acquisto di parrucche per le pazienti oncologiche.

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Credit photo: pagina Facebook AVO Padova

Si diceva della caduta dei capelli. Per molte donne la questione non è affatto secondaria. Capita spesso, non a caso, che le pazienti sottoposte a chemioterapia evitino accuratamente di uscire di casa, prigioniere di un insopprimibile senso di vergogna.

Dalla considerazione della grossa difficoltà psicologica di queste persone è nata per l’appunto l’iniziativa padovana. Si chiama “La plastica che fa bene” ed è un progetto cui collaborano, oltre ad Avo, anche la Confartigianato e l’Istituto Oncologico Veneto.

Credit photo: pagina Facebook AVO Padova

 

La cosa funziona così. Si raccolgono tappi, bottiglie e contenitori di plastica in genere. Devono essere tutti riciclabili secondo quanto riportato nelle scritte impresse sulle confezioni. I volontari che si dedicano alla raccolta in cambio del loro sforzo ricevono 18 centesimi di euro per ogni chilo di tappi recuperato.

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È attraverso questo “lavoro” che poi si Avo finanzia l’acquisto delle parrucche che poi vengono donate alle pazienti dei reparti oncologici.

L’iniziativa è ovviamente rivolta a chiunque possa e voglia contribuire, depositando i sacchi coi tappi in appositi contenitori disseminati in punti di raccolta predisposti in giro per Padova.

Finora l’il progetto sta riscuotendo molto successo, al punto che si sta già allargando anche fuori dei confini della città universitaria.

Raccogliete i tappi: farete del bene all’ambiente e anche alle donne malate di tumore.


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