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Un team di ricercatori del King College di Londra ha pubblicato sulla rivista Scientific Report uno studio secondo cui alcuni farmaci già noti potrebbero essere utilizzati contro la carie, o meglio per stimolare la produzione dei tessuti colpiti da essa

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La carie si forma quando la parte esterna del dente (una sorta di “scudo”) viene danneggiata e lascia allo scoperto le aree delicate, le quali con il tempo cominciano a deteriorarsi. Per combattere questo problema comune si ricorre alle otturazioni dentarie per riempire la cavità e bloccare così l’irreparabile processo di decomposizione.16195125_1856486447929368_350174923495529765_n.

Quando un dente viene danneggiato da un urto o da una infezione, su di esso si formerà un sottile strato di dentina per proteggere la zona interessata. Tale sostanza non è però sufficiente a riempire le cavità profonde dei denti, pertanto si ricorre alle otturazioni artificiali citate in precedenza, per le quali vengono solitamente utilizzati materiali metallici. Questo dente rimane tuttavia molto esposto ad infezioni.

Il nuovo metodo proposto dal team londinese prevede l’impiego di una piccola spugna biodegradabile trapiantata nella cavità del dente e l’uso non convenzionale di un farmaco già in circolazione, il Tideglusib, attualmente somministrato per combattere l’Alzheimer.

Secondo lo studio, le sostanze contenute in questo farmaco permettono di riempire nuovamente la cavità dentale e di ripristinare la dentina in modo naturale. In poche parole, il dente torna come “nuovo” senza l’intervento di corpi esterni, come invece avviene per l’otturazione.

Finora il metodo proposto dal King College è stato testato sui topi, pur trattandosi di un farmaco già in commercio e comunemente utilizzato nei casi di Alzheimer. La ricerca ha destato molto interesse, sia nella comunità scientifica che nell’ambiente dei media.

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La buona notizia è che, come si è detto, partendo da un farmaco già esistente e presente sul mercato, i tempi di sperimentazione di questa “miracolosa” cura potrebbero rivelarsi piuttosto brevi.


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