Secondo uno studio pubblicato dal World Economic Forum nel 2050 nei mari del mondo ci sarà più plastica che pesci, secondo il quale agli attuali ritmi i nostri mari andranno incontro a questo destino apocalittico.
Secondo lo studio, il problema sarebbe imputato a questo: un terzo delle confezioni di plastica viene gettato dopo il primo utilizzo. Il che significa che ogni anno più di 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, sarebbe l’equivalente di un camion della spazzatura pieno di plastica… ogni santo minuto, una cosa che fa rabbrividire.
Considerando la smisurata crescita della produzione di confezioni di plastica, di consumi e quindi di rifiuti, lo stesso studio ci dice che nel 2030 i camion al minuto diventeranno due, mentre nel 2050 addirittura potrebbero essere quattro. Una drammatica stima che purtroppo significherebbe avere negli oceani più plastica che pesci, appunto.
Uno scenario apocalittico ma non così inverosimile, a pensare che già oggi si aggira per l’oceano Pacifico un’isola fatta completamente di rifiuti plastici che potrebbe essere grande quasi quanto gli Stati Uniti (pazzesco).!!!
Secondo gli studiosi, i primi imputati sono proprio i materiali plastici usati per imballaggi e gettati al primo utilizzo. Allora che fare per cercare di salvare il salvabile, le prime e più ovvie soluzioni potrebbero essere l’uso si materiali biodegradabili usati dall’industria al posto della plastica, e altri possibili modi per ridurne l’utilizzo massiccio attuale, comprese magari le nostre azioni quotidiane.
Le materie prime che possono essere riciclate sono:
legno;
vetro;
carta e cartone;
tessuti;
pneumatici;
alluminio;
acciaio;
plastica.