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Come cambia la vita dopo la morte dei genitori.

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Dopo la morte dei propri genitori, la vita cambia davvero moltissimo. E’ difficile diventare orfani, anche per una persona adulta. In noi tutti resta sempre quel bambino che può sempre fare affidamento sulla propria mamma o sul proprio papà nei periodi difficili. Quando loro non ci sono più, questo non è più possibile.

I genitori sono le uniche persone che ci mettono al mondo e con le quali condividiamo le esperienze più intime e difficili della nostra vita.

La morte: c’è un grande abisso tra parlarne e viverla…

Nessuno è mai pronto ad affrontare la morte, soprattutto se si tratta della morte di uno dei nostri genitori. E’ difficile riuscire a superare del tutto questo momento. Per superarla, dovremmo essere capaci di capirla, ma la morte rimane ancora un grande mistero della nostra esistenza. Accettare una perdita sarà correlata al modo in cui essa sia avvenuta. Una morte naturale è dolorosa, ma non quanto una morte avvenuta all’improvviso come un incidente, un omicidio, un infarto improvviso. Una morte segnata da una lunga malattia è diversa da una morte improvvisa.

Anche il tempo trascorso tra la morte di uno e dell’altro genitore ha il suo dolore: se sarà trascorso poco tempo, il dolore sarà più difficile da reggere.

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Con la loro scomparsa, scompaiono anche le loro carezze, i gesti, i loro consigli ripetuti che ogni tanto ti innervosivano… E’ qui che si comincia a sentire la vera mancanza. Tutto rimane intrappolato in un ricordo. Non ci resta altro che dire addio.

Quel che c’è senza esserci davvero…

Tutti noi, pensiamo che quel giorno sia distante, e quando arriva rimaniamo scioccati e lì davanti a noi vediamo solo una cassa, con un corpo rigido e immobile, che ha perso tutte le sue funzioni vitali. E’ in quel momento che cominciamo a pensare al motivo delle loro azioni, a volte incomprensibili, e persino ripugnanti. Spesso con la morte nascono sensi di colpa terribili verso chi è passato a miglior vita. Ma non serve a niente, e dobbiamo cercare di combattere, se non vogliamo finire nell’abisso della tristezza e oscurità. Nessuno deve incolparsi degli errori fatti. Quell’addio deve essere accompagnato da un perdono: un perdono della persona che se ne va nei verso quella che resta, e di quella che resta nei verso quella che se ne va.

Godeteveli finché ci sono, perché non ci saranno per sempre…

Indipendentemente dalla propria età, quando i propri genitori ci lasciano, è normale sentirsi abbandonati. Molte persone spesso rifiutano nel dare a queste morti la vera importanza come meccanismo di difesa. Purtroppo, però quei dolori non accettati tornano sotto forma di malattia, di fatica, di irritabilità o di sintomi depressivi.

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I genitori sono il nostro primo amore della nostra vita. Poco importa quanti conflitti o quante differenze ci sono state: sono esseri unici ed insostituibili dentro di noi. Quando non ci sono più, ne sentiamo molta la mancanza.

Chi invece non ha potuto conoscere i propri genitori o chi li ha lasciati in tenera età, passa tutta la vita convivendo con quell’assenza come un peso sulle spalle. Un’assenza che è presenza, perché nel nostro cuore resta sempre uno spazio vuoto che li vorrebbe con sé.

Durante la vita, la perdita dei genitori è quella più difficile da superare soprattutto se c’è stata ingiustizia o negligenza nelle cure che abbiamo riservato loro. Per questo motivo, se sono vivi, è importante essere consapevoli del fatto che i genitori non ci saranno per sempre, e se vogliamo fare e dimostrare qualcosa facciamolo ora, non quando sarà ormai troppo tardi.


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