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La vita non è essere solo pagare bollette, lavoro e morire!

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Nei Paesi occidentali, soprattutto quelli di tradizione anglossassone, la pressione sociale verso il successo è fortissima.

Ai figli viene insegnato molto presto che se vorranno aver successo nella vita dovranno studiare molto, possibilmente in buone scuole, cercare un buon lavoro e poi darsi da fare tutti i santi giorni per fare carriera il più possibile.

Soprattutto negli Stati Uniti, è un mantra che viene impresso nella psiche delle persone fin dalla più tenera età.

Ne viene fuori una società fortemente individualistica, ferocemente competitiva, sfrontatamente spietata.

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Una società, tra l’altro, nella quale una frazione minima della popolazione possiede praticamente tutta la ricchezza e agli altri lascia solo le briciole.

Se tua moglie si è preso il cancro e tu hai dovuto impiegare tutti i risparmi e poi tutto il patrimonio per curarla e ti sei ridotto in bancarotta, affari tuoi.

Anzi, in quella società fortemente ispirata dal cristianesimo fondamentalista protestante, se sei povero o se lo diventi, vuol dire che in qualche modo te lo sei meritato.

Dite la verità, è un tipo di società al quale vi sentite di aspirare?

In Europa per fortuna abbiamo la socialdemocrazia, ma anche questa, col suo welfare state sostenuto dalle tasse, sta subendo gli attacchi di una globalizzazione spietata.

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E allora che fare? Rassegnarsi all’idea che la vita è solo studiare, lavorare, lottare col coltello tra i denti per la carriera e poi ricevere un calcio nel sedere quando non servi più?

Forse l’unica via d’uscita è prendersela un po’ più comoda e soprattutto accontentarsi. Ce lo ha detto il dottore che dobbiamo avere l’ultimo modello di automobile, il telefonino più cool, il televisore più panoramico?

Coi soldi che risparmiate evitando di star dietro alle ultime sirene della pubblicità perché invece non fate un viaggio con la famiglia, lontano dal “logorio della vita moderna”?

Tanto poi si muore tutti e allora tanto vale essersela goduta un po’, no?


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