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Fai attenzione perchè la tua felicità infastidisce le persone infelici

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Attenti a manifestare troppo apertamente la propria felicità. La maggior parte delle persone infatti sono infelici e potrebbero non gradire la vostra contentezza.

Perché, si sa, mal comune è mezzo gaudio e se a qualcuno succede qualcosa è solo perché deve andare così, quello è l’ordine naturale delle cose.

Se la serenità può essere una condizione mentale più o meno estesa nel tempo, la felicità è fatta invece di momenti, legata com’è ad episodi e situazioni singolarmente positivi.

Può capitare che in questi casi si abbia voglia di condividere con qualcuno quei momenti di pura gioia, quei rari e straordinari intervalli di tregua in cui ci è dato di poter sfuggire per un po’, solo per un po’, alle inesorabili leggi della vita.

Purtroppo, però, il più delle volte queste manifestazioni di entusiasmo trovano negli altri una reazione del tutto insoddisfacente: se va bene un tiepido entusiasmo, ma il più delle volte un’ottusa indifferenza.

Perché anche un tiepido entusiasmo richiede quanto meno un piccolo sforzo di empatia, mentre l’indifferenza il più delle volte è molto più vicina a quel che si prova davvero: ostilità, invidia, fastidio.

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Perché tu hai raggiunto quell’obiettivo, tagliato quel traguardo, scansato quella difficoltà. L’altra persona invece no, non ha mai avuto la stessa buona sorte e quindi vorrebbe che tutti gli altri si trovassero nella sua condizione.

Se avete a che fare con persone sane, queste ne verranno stimolate a migliorare (si parla di emulazione in questi casi), ma se si tratta di individui dalla personalità negativa, questi percepiscono l’altrui felicità quasi come un disagio fisico.

Sapere che altri sono contenti e soddisfatti mentre noi si è costretti a sopportare tristezza e insoddisfazione fa male e quindi innesca una reazione di difesa.

In altri termini, se io non posso essere felice, quanto meno posso rovinare la felicità degli altri.

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Si tratta di sentimenti che la letteratura e il teatro hanno esplorato abbondantemente.

Se non ci credete, date una ripassata all’Otello


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