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Ecco 5 Misteri dei famosi dipinti di Leonardo da Vinci

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Leonardo Da Vinci non ha bisogno di presentazioni, tuttavia la sua notorietà non è sempre accompagnata da una conoscenza approfondita delle sue opere. Eppure, anche se non si è amanti dell’arte, è possibile appassionarsi ai tanti misteri presentati dai suoi dipinti.

Un “errore” nell’opera Salvator Mundi

Se si osserva con attenzione questo dipinto, si può notare che la sfera nelle mani di Gesù è trasparente. Leonardo – che ha studiato tra le tante altre discipline anche le leggi dell’ottica – sapeva perfettamente che la superficie dietro il cristallo non poteva apparire così come l’ha disegnata. La sfera avrebbe infatti agito come lente di ingrandimento. Un “errore” inspiegabile se consideriamo le conoscenze scientifiche di questo geniale artista.

Un fatto sorprendente sull’Ultima cena

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Secondo una leggenda, Gesù e Giuda hanno (almeno su questa tela) molto in comune. Si dice infatti che a fare da modello per entrambi i personaggi sia stata una sola persona, tuttavia non se ne conosce l’identità. In realtà si tratta di una casualità, dal momento che l’uomo fu scelto come modello per Cristo ma, avendo difficoltà nel trovare la persona giusta per Giuda, e dovendo terminare il quadro un certo termine, l’artista finì per usare lo stesso modello.

Altro mistero, stessa opera

Un altro interessante dettaglio di questo quadro è la saliera rovesciata sul tavolo, vicino Giuda. I dettagli in Leonardo non sono mai casuali. Secondo alcuni studiosi d’arte, il sale rovesciato rappresenta l’imminente arrivo di sventure. Una superstizione che dura ancora oggi.

Rivelazione sul ritratto d’Isabella d’Este

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Di recente è stato scoperto un ritratto d’Isabella d’Este e molti studiosi lo attribuiscono proprio a Leonardo da Vinci. La paternità del quadro sarebbe indicata da un pigmento e da un primer identici a quelli usati dall’artista, oltre che dall’immagine stessa, somigliante al suo più celebre La Gioconda.

La dama (o le dame) con l’ermellino

La dama con l’ermellino è un’altra delle opere più celebri dell’artista. Un recente esame condotto con strumenti tecnologici avanzati ha svelato una sorprendente verità: l’ermellino non è sempre stato un ermellino. Almeno altre due versioni del ritratto sono state infatti dipinte sulla stessa tela prima di giungere alla versione che il pubblico conosce.

Nel primo strato si può osservare un ermellino, nel secondo è invece dipinto un altro animale, molto diverso. Infine si torna all’ultima versione, cioè quella visibile, in cui l’artista decide di tornare all’ermellino.


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