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8 semplici regole per comunicare con un manipolatore

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I manipolatori hanno l’abilità di farci provare sensi di colpa adottando un comportamento asociale, fatto di bugie, atteggiamenti aggressivi o passivo-aggressivi. Se non si ha la giusta tempra per affrontarli, i manipolatori ci inducono ad eseguire la loro volontà, per di più in preda a sentimenti nocivi per noi stessi. Quando viviamo a stretto contatto con un manipolatore, questa situazione può durare anni, o addirittura a vita, portandoci ad una stato mentale misero e sottomesso.

Ricordiamo sempre che ogni essere umano dovrebbe godere di alcuni diritti inalienabili:

abbiamo diritto ad essere rispettati dagli altri
abbiamo diritto ad esprimere le nostre emozioni, opinioni, desideri
abbiamo diritto ad avere determinate priorità
abbiamo diritto a dire “no” senza sentirci in colpa
abbiamo diritto a proteggerci dalle aggressioni fisiche, verbali ed emotive
abbiamo diritto a costruire la nostra vita seguendo la nostra idea di felicità

Questi sono i limiti dello spazio personale, i quali dovrebbero essere idealmente invalicabili dall’esterno. Ricordiamoci che solo noi abbiamo il potere di fermare le aggressioni esterne, soprattutto quelle emotive, e affinché possa accadere ci sono alcuni suggerimenti da seguire.

Mantenere le distanze

Nel corso di una conversazione con un manipolatore, quest’ultimo cambia continuamente il suo atteggiamento, passando dall’essere educato (conquistandoci) all’attacco e alla critica (che ci lasciano senza guardia). Se riconosciamo una persona in questa descrizione, impariamo a mantenere le distanze, mostrandoci meno interessate al mantenimento di un rapporto con lei.

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Chi dovrebbe sentirsi in colpa?

Uno dei metodi più efficaci utilizzati dai manipolatori è colpire i punti deboli delle persone. Quando veniamo toccati in senso negativo su argomenti che ci rendono particolarmente sensibili, dovremmo essere consapevoli del reale obiettivo dell’interlocutore, ossia farci male. Una critica rivolta a noi gratuitamente dovrebbe mettere al centro della scena non la nostra persona, ma quella del manipolatore. In questo caso non cerchiamo di difendere i nostri punti deboli, ma di attaccare l’atteggiamento asociale che viene esercitato su di noi.

Porre domande

La tecnica del manipolatore, come detto, sta nel mettere la sua preda al centro della scena. Capovolgiamo la situazione: serviamoci delle richieste, delle critiche e degli atteggiamenti negativi messi in atto dal manipolatore per chiedere spiegazioni e motivazioni proprio circa il suo comportamento. Ancora una volta, cambiamo il centro dell’attenzione.

Non avere fretta

Al manipolatore piace forzare le risposte immediate e poco ponderate, nelle quali è molto più facile trovare un modo di insinuarsi ed alimentare le proprie cattiverie nei confronti della vittima. In altre parole, il manipolatore mette fretta, vuole che si prendano decisione nell’immediatezza. Non cadiamo in questo tranello: impariamo a dire “no” e impariamo a prenderci tempo per riflette sulle decisioni.

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Dire “no”

Come ripetuto diverse volte, dare una risposta negativa è la prima arma contro le ingiustizie e gli atteggiamenti anti-sociali. Una negazione chiara permette di mostrarti forte e saldo nella tua posizione, di mettere in chiaro che non si è subordinati all’interlocutore. Imparare a dire “no” è il primo passo verso la presa di coscienza e il recupero della propria dignità.

Parlare delle conseguenze

In risposta ad una intromissione nel tuo spazio personale, invece di ritirarsi in buon ordine ed accettare tutto… parliamo delle conseguenze! Ricordiamo al manipolatore che la risposta non si può ridurre sempre ad un “sì” o ad un “no”, al contrario è necessario discutere, pensare alle possibilità e alle conseguenze.

Difendersi dalle offese

Il manipolatore usa l’offesa e l’insulto per metterci all’angolo, per farci sentire in colpa. In questo caso non dobbiamo mai subire il colpo senza reagire, perché è proprio in questo momento che decidiamo di cedere al suo comportamento. Ancora una volta, mettiamo al centro della scena l’insulto e l’atteggiamento dell’interlocutore, facendogli notale l’inutilità delle sue offese e le conseguenze negative che producono nei rapporti.


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