Se tutti intorno a te si comportano molto male, diventa difficile rimanere una brava persona, lo sappiamo bene. Eppure, conservare la propria integrità non ha prezzo, soprattutto in quelle circostanze.
Se intorno a noi tutti sono inclini al male, è umano, è facile, cedere alla tentazione della vendetta, ma è anche vero che molto spesso le persone cattive finiscono col distruggersi da sole, sotto il peso della loro malvagità.
Dunque a che serve vendicarsi? Probabilmente chi ci ha fatto del male verrà punito, in un modo o nell’altro, anche se noi non agiamo, quindi è molto meglio conservare la nostra dirittura morale, che alla fin dei conti è il nostro bene più prezioso. Noi la mattina potremo comunque guardarci allo specchio. Loro, molto probabilmente no.
Tra l’altro non arrendersi al richiamo dei sentimenti negativi è anche una buona “cura” preventiva contro le malattie psicosomatiche. La mente è potente e se è prigioniera di sentimenti negativi come il desiderio di vendetta, può giocare brutti scherzi anche al corpo più robusto.
La conclusione dunque è una sola, e cioè che la bontà è meglio, alla fine dei conti, anche solo per la salute.
Perché la vendetta alla fine non dà mai la soddisfazione che ci immaginiamo, a meno che non siamo delle persone con dei seri, ma molto seri, problemi psicologici.
La vendetta infatti è spesso un veleno che non uccide soltanto la preda, ma anche il carnefice.
Si dice molto spesso che la migliore vendetta è il perdono e sembra una frase fatta, una massima consolatoria fatta per mantenere il quieto vivere. Ma se ci ragionate giusto un attimo, non potete non concludere che è davvero così: il perdono è molto più potente: pulisce l’anima e mette l’altro di fronte alla sua responsabilità.
La vendetta? No, davvero, non ne vale la pena.